Nel 2021, il legislatore ha modificato l’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione di persone e veicoli (OAC), consentendo ai quindicenni di guidare motociclette e scooter fino a 45 km sulle strade svizzere. I sedicenni hanno persino accesso a moto da 125 ccm. Sebbene l’adeguamento non fosse stato necessario, si è deciso di allineare la legislazione svizzera a quella in vigore in alcuni Paesi dell’Ue. Tuttavia, già allora era noto che le e gli adolescenti rappresentano una categoria particolarmente a rischio per quanto riguarda gli incidenti stradali.
Dall’innalzamento del limite di età, il numero d’infortuni è aumentato notevolmente. Ogni anno 135 adolescenti tra i 15 e i 17 anni sono rimasti gravemente feriti in incidenti motociclistici, quattro hanno perso la vita. A titolo di confronto: nei tre anni precedenti alla modifica della legge, la media annua era di 51 adolescenti in moto rimasti gravemente feriti e un decesso.
L’inesperienza incontra motori potenti
L’analisi degli incidenti dimostra quanto sia pericolosa per i giovani la combinazione di una scarsa esperienza di guida e di una moto più potente. Questo è dovuto a diversi fattori: anche dopo la formazione e l’ottenimento del permesso di guida, le motocicliste e i motociclisti giovani non hanno ancora sufficiente esperienza nella circolazione stradale. Devono migliorare la padronanza della moto. Al contempo, la loro scarsa familiarità con il traffico motorizzato rende difficile riconoscere i pericoli e valutare correttamente le situazioni di traffico. A questi fattori si aggiungono caratteristiche tipiche dell’età adolescenziale: un controllo degli impulsi meno sviluppato, una maggiore propensione al rischio e una tendenza a sopravvalutare le proprie capacità svolgono un ruolo importante.
La statistica sugli incidenti mostra che questi fattori diventano ancora più critici quando si abbassa l’età di accesso a motociclette più potenti e quindi più veloci. Maggiore è la velocità, maggiore è il rischio d’incidente e la gravità delle lesioni in caso di impatto.
L’UPI chiede maggiore protezione
Come misura di accompagnamento, il legislatore ha aumentato da 8 a 12 ore la formazione pratica di base obbligatoria per le allieve e gli allievi di motociclette della sottocategoria A1. Tuttavia, le cifre relative agli infortuni dimostrano che questa misura non è sufficiente. Per questo motivo, la Confederazione intende valutare ulteriori misure, ad esempio sul contenuto o sulla durata della formazione pratica di base. L’UPI accoglie con favore l’iniziativa volta a rafforzare la sicurezza degli adolescenti su due ruote e sottolinea l’importanza di migliorare la formazione di base, con un’attenzione particolare allo sviluppo delle competenze di valutazione del rischio.
Tuttavia, anche con altre misure di accompagnamento, le motocicliste e i motociclisti adolescenti restano una categoria ad alto rischio d’incidenti. Per ottenere una riduzione duratura del numero d’incidenti, secondo l’UPI è indispensabile un nuovo adeguamento dell’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione, come richiesto a livello politico. Per proteggere le motocicliste e i motociclisti adolescenti da incidenti gravi, l’UPI chiede di alzare a 16 anni l’età minima per guidare una moto e consentire l’accesso ai veicoli da 125 ccm solo a partire dai 18 anni.