«Le nostre conoscenze trovano applicazione pratica» Di fronte alla piattaforma di cinque metri nella piscina comunale, Cédric Eschmann si sente a suo agio come nella cabina di pilotaggio di un jet a 12 000 metri di altitudine. Il tema della sicurezza è una costante nella carriera del consulente UPI ed ex pilota di linea.
Siamo in Romandia. La tenue luce autunnale crea un’atmosfera ovattata lungo le rive del lago. Di tanto in tanto il verso di un’anatra rompe il silenzio. La musica sparata a tutto volume al lido durante l’estate si è spenta. Ma per Cédric Eschmann la stagione non è ancora finita. In qualità di responsabile Casa e tempo libero all’UPI, non lavora solo alla scrivania. Spesso deve uscire per un sopralluogo. Insieme a Markus Nobs, capodelegato UPI alla sicurezza, analizza la sicurezza strutturale dell’imponente trampolino e delle adiacenze.
Applicare le conoscenze in modo efficace
Tra il 2014 e il 2023 nelle piscine svizzere sono annegate 18 persone, tra cui 9 bambini di età compresa tra 0 e 9 anni. Con misure edilizie è possibile ridurre sensibilmente il rischio che questi drammi si verifichino. È proprio questo il lavoro di Cédric Eschmann. Specialista in impianti per lo sport e il tempo libero, conosce bene le fonti di pericolo e sa come eliminarle.
In che modo l’UPI garantisce che queste conoscenze vengano messe in pratica con buoni risultati? Cédric Eschmann spiega: «Abbiamo diverse possibilità per farlo. Spesso applichiamo un sistema a cascata: se le nostre delegate o i nostri delegati alla sicurezza non sono in grado di fornire consulenza tecnica alle autorità o ai gestori di impianti, si rivolgono ai capidelegati competenti che, a loro volta, possono contattarmi se hanno bisogno di informazioni. Proprio come Marco oggi». E se nemmeno Cédric ha la risposta? «Allora attingo al know-how delle ricercatrici e dei ricercatori dell’UPI nel campo della prevenzione».
L’UPI diffonde conoscenze in materia di prevenzione anche tramite le sue pubblicazioni. Ne è un esempio la documentazione tecnica sugli impianti balneari che contiene misure concrete per la progettazione, la costruzione e la gestione di un’infrastruttura sicura. Cédric Eschmann redige questi testi in collaborazione con un team interdisciplinare. È il suo compito principale, oltre a dirigere il suo team. «La collaborazione con le colleghe e i colleghi è eccellente», afferma soddisfatto.
Raccomandazioni che possono diventare vincolanti
Per Cédric Eschmann è importante rendere la vita delle persone più sicura. «Non abbiamo il potere di emanare istruzioni», precisa. «Ma un’autorità può esigere, ad esempio, che per un determinato progetto si tenga conto delle raccomandazioni dell’UPI. A volte capita che un tribunale si avvalga della nostra competenza in materia di responsabilità oppure che il Ministero pubblico ci chieda una perizia. Il nostro lavoro viene quindi letto e ha implicazioni pratiche. Questo è esattamente ciò che mi mancava nella mia attività precedente, dove mi occupavo principalmente di questioni strategiche».
Rischio zero? Impossibile
Davanti alla torre per i tuffi ci sono dei gradini che conducono all’acqua. C’è qualcosa che non va. Si intuisce, ma l’occhio inesperto non riesce a individuarne la causa. Cédric Eschmann e Markus Nobs sono subito concordi: il rapporto tra pedate e alzate è sbagliato, i gradini sono troppo alti e troppo larghi. «Può essere pericoloso», commenta Cédric. «Si può inciampare e cadere. Sotto il pelo dell’acqua si vedono a malapena i gradini, il che comporta un ulteriore rischio».
La documentazione tecnica spiega come realizzare una scala sicura. Ad esempio, a partire da una certa altezza, i bordi dei gradini dovrebbero essere contrassegnati con un colore contrastante su una larghezza compresa tra quattro e cinque centimetri. Risolvere il problema è quindi abbastanza semplice.
Più complicato è rendere più sicura la piattaforma che tra l’altro è inserita nel catalogo dei monumenti storici protetti. Cédric Eschmann: «Abbiamo trovato una soluzione condivisa parlando con il proprietario, il gestore e l’ufficio dei beni culturali. In particolare abbiamo definito insieme quali rischi sono accettabili per tutte le parti coinvolte». Grazie alla sua esperienza di volo, l’ex pilota di Swissair sa bene che non è possibile eliminare tutti i rischi.
La varietà dei temi è stimolante
Sul radar di Cédric Eschmann appaiono sempre nuovi temi: la sicurezza di uno stabilimento balneare, la partecipazione a organismi normativi nazionali e internazionali, l’elaborazione di basi tecniche, incontri con l’industria o questioni legate alla direzione del team. «Questa diversità rende il mio lavoro appassionante». Cosa si prospetta all’orizzonte? «Ci stiamo già occupando di Building Information Modelling (BIM). Come possiamo applicare le nostre conoscenze e raccomandazioni ai processi BIM? È possibile integrarli nel software BIM? L’argomento terrà banco a lungo. È una prospettiva molto stimolante».
Insieme per la sicurezza
Lavorare in UPI significa far parte di una squadra competente e professionale unita nella prevenzione degli infortuni.