Campagna

Don’t mess it up Restare in sella

Purtroppo è vero: i giovani motociclisti sono esposti a un rischio d’incidente particolarmente elevato, aggravato dal fatto che dall’inizio del 2021 possono guidare mezzi più potenti e veloci. Un mix poco rassicurante. L’UPI ha reagito lanciando una campagna di prevenzione sui social media in collaborazione con i diretti interessati.

Un incidente in moto? È estremamente pericoloso

Poca esperienza e forza dell’abitudine abbinate a propensione al rischio, impulsività e sopravvalutazione delle proprie capacità: un cocktail esplosivo. Oltretutto dall’inizio del 2021 i giovani che hanno compiuto 15 anni possono guidare moto e scooter con una velocità massima di 45 km/h, mentre a partire dai 16 possono circolare con moto con una cilindrata di 125 cc. Più la potenza e la velocità sono elevate, più aumentano il rischio e la gravità degli incidenti.

Non per nulla, in proporzione alla loro percentuale rispetto alla popolazione totale, le motocicliste e i motociclisti di età compresa tra i 15 e i 17 anni figurano in cima alla classifica degli incidenti gravi. Nel 2026 156 adolescenti sono rimasti gravemente feriti in un incidente motociclistico e 6 hanno perso la vita.

 «Don’t mess it up» era il motto della campagna di prevenzione lanciata dall’UPI e nel frattempo conclusa che ben riassume il nocciolo della questione: in moto basta un attimo di distrazione per rovinare tutto. Questo non è solo imbarazzante, ma anche molto pericoloso.

Campagna per gli adolescenti pensata dagli adolescenti

La campagna si è focalizzata soprattutto sui social media, facendo leva in particolare su cinque messaggi: guidare in modo predittivo, non distrarsi, tenere la distanza, frenare prima di una curva e indossare le protezioni.

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